Trascorsa questa breve fase di adattamento alla sua nuova famiglia il cucciolo necessita dell’educazione che gli consentirà di integrarsi armoniosamente nel suo nuovo nucleo familiare. C’è una differenza sostanziale tra l’educazione e l’addestramento del cane che spesso vengono confusi o equiparati. L’educazione è l’insegnamento delle regole di armoniosa convivenza all’interno di un nucleo familiare (per il cane branco), nel quale il cane deve trovare il suo preciso ruolo; il cane per sua natura è gregario quindi necessita di un ruolo all’interno del gruppo, ruolo che l’uomo deve insegnare e che il cane mai dovrebbe prendersi di sua iniziativa.
L’addestramento è cosa ben diversa. Addestrare significa insegnare al cane a svolgere delle determinate mansioni per un fine specifico che può essere la caccia, l’utilità e difesa, il salvataggio in acqua, l’agility e tutte le attività legate al mondo della cinofilia.
I migliori risultati in addestramento si hanno con una buona educazione di base e con una chiara e netta distinzione dei ruoli cane/padrone.
Comunicare con il cucciolo
Educare il cucciolo non è solo un dovere, deve essere soprattutto un piacere perché vi aiuterà a conoscerlo e ad instaurare con lui una prima relazione all’interno della famiglia.
La comunicazione tra uomo e cane viene espressa a tre livelli:
- Verbale: attraverso le parole
- Paraverbale: attraverso il tono e il ritmo della voce
- Non verbale: attraverso gesti, postura e mimica
Il cucciolo assimila la comunicazione paraverbale e non verbale del suo padrone per capire il senso del messaggio espresso a parole. Quindi è molto importante fare attenzione alla coerenza dei tre tipi di comunicazione, ad esempio non sgridare il cane ridendo poiché non capirebbe se ciò che sta facendo è giusto o meno. In sintesi qualsiasi messaggio vogliamo mandare al nostro cucciolo, ma anche al cane adulto, deve essere enfatizzato in maniera tale da sembrare quasi una rappresentazione teatrale, in modo da esagerare la sensazione positiva o negativa che vogliamo trasmettergli.
Il cucciolo interpreta come segnali positivi la posizione accucciata del padrone quando si rivolge a lui, il sorriso e il tono della voce. Per prima cosa il cucciolo deve imparare il suo nome e più sarà corto, prima lo memorizzerà. Non serve gridare, i cani ci sentono benissimo, è meglio pronunciare il suo nome scandendolo bene e con calma per attirare la sua attenzione e associarlo ad un ordine.
Il cucciolo che arriva nella nuova casa inevitabilmente sporca, ma se sporca durante la vostra assenza, non va MAI sgridato al vostro rientro perché non capirebbe l’associazione. Il rimprovero è efficace solo se il cane viene colto sul fatto.
La ricompensa al cane
La ricompensa è il segnale di approvazione che noi diamo al cane in seguito ad un’azione eseguita nel modo corretto. Il cucciolo che ha ricevuto il premio avrà un ricordo positivo di quella esperienza e pertanto sarà portato a ripeterla in futuro. Inizialmente è molto importante premiare il cucciolo ogni volta che esegue correttamente la nostra richiesta, quando questo comportamento sarà appreso, basterà confermare l’azione con il premio di tanto in tanto.
ATTENZIONE: IL PREMIO NON DEVE ESSERE UN VIZIO. Il premio non può essere utilizzato per tranquillizzare il cucciolo o per coccolarlo in maniera eccessiva perché finirà col realizzare che il suo comportamento anomalo è premiante e conseguentemente noi otterremo purtroppo l’effetto contrario.
La punizione
Quando il cucciolo si comporta male deve essere rimproverato ma ciò va fatto seguendo delle regole:
- il cucciolo non è in grado di associare la punizione ad un comportamento errato pregresso
- la punizione è più efficace se preceduta da un chiaro segnale di disapprovazione
- la punizione deve avvenire ogni volta che il cane disobbedisce
Come rimproverare il cucciolo
È possibile rimproverare il cucciolo riproducendo l’atteggiamento che assumerebbe la madre, quindi collocando una mano sulla collottola e comprimendo verso il basso, si tiene il cucciolo in questa posizione fino a che non si sarà rilassato, oppure si può girare delicatamente il cucciolo a pancia in su ed esercitare una leggera pressione sul torace trattenendolo fino a quando non si sarà rilassato.
Se il cucciolo non ci è vicino e lo dobbiamo rimproverare a distanza sarà necessario usare un tono di voce autoritario o produrre un rumore che sia un colpo secco tale da distrarre il cane ed interrompere il comportamento sbagliato. Quando rimproveriamo il cucciolo è molto importante la postura del corpo, quindi la comunicazione non verbale. E’ corretto assumere una postura autoritaria ad esempio inclinandoci leggermente col busto verso di lui e mani sui fianchi, ma bisogna prestare attenzione a non fissarlo insistentemente negli occhi perché potrebbe interpretarla come un’aggressione rendendo cosi vani gli effetti educativi del rimprovero, il nostro sguardo deve essere rivolto al dorso del cane.
Abituare il cucciolo a collare e guinzaglio
È buona regola abituare fin da subito il cucciolo all’uso del collare e successivamente del guinzaglio.
Quindi, una volta procurato un collare morbido iniziate a farlo indossare al cucciolo per qualche minuto al giorno, in casa o in giardino, per abituarlo. Successivamente agganciate al collare il guinzaglio senza tenerlo in mano, lasciate che il cane se lo trascini dietro per qualche minuto al giorno per prendere confidenza, giocateci assieme finché indossa entrambi così che possa associarli a qualcosa di piacevole. Ripetete questi esercizi per qualche giorno e ricordate di togliere sempre collare e guinzaglio al termine dell’esercitazione.
Il passo successivo è quello di tenere in mano il guinzaglio e assecondare tutti i movimenti del cane, solo successivamente possiamo iniziare a guidarlo con dolcezza verso di noi, magari con un premio e poi farci seguire.
Appena sarà possibile bisognerà far debuttare il nostro cucciolo in società affinché possa raggiungere il giusto equilibrio per il suo sviluppo sociale. Non dimentichiamo di tener conto delle esigenze del cucciolo, l’allontanamento da casa dovrà essere graduale in considerazione del fatto che può stancarsi facilmente e potrà spaventarsi a causa dei molteplici stimoli dell’ambiente esterno che ancora non conosce (persone, altri animali, rumori, odori ecc…). E’ importante non precipitarsi a coccolarlo e consolarlo se si spaventa per via di qualcosa che non conosce, altrimenti si rischia di confermare come corretti i suoi timori, bisogna dimostrare calma e indifferenza tenendolo sempre sotto controllo dimostrandogli che il capo branco (noi) ritiene che non ci sia alcun pericolo.
È probabile che una volta presa confidenza con il mondo esterno il cucciolo, attratto da innumerevoli odori, cominci a tirare al guinzaglio innescando in tal modo una sorta di tiro alla fune, nella quale, ad avere la peggio, è il proprietario.
Questo comportamento in passeggiata può essere concesso nel raggio di estensione del guinzaglio, ciò che si deve scoraggiare è la pretesa del cane di precipitarsi tirare o impuntarsi senza tener conto della presenza del proprietario.
Per questa e per tante altre ragioni sarebbe sempre buona norma portare il proprio cucciolo a frequentare un corso di addestramento base, ma se ciò non è possibile bisogna far da soli.
È assodato che tentare di opporsi tirando il guinzaglio in senso opposto e assolutamente inutile, si rischia l’effetto contrario: il cane può interpretarlo come un gioco e tirare ancor di più.
La soluzione migliore è un secco NO e un cambio di direzione di marcia repentino di 180 gradi, così facendo il cane si troverà dietro di noi e appena lo inciteremo a seguirci si dimenticherà presto della distrazione precedente. Quindi in sostanza noi portiamo a spasso il cane e non viceversa esattamente nel rapporto in cui in natura il gregario segue il capo branco. Non dimentichiamo di elogiare il nostro cucciolo quando ci cammina a fianco, di fargli tanti complimenti, in sostanza di fargli capire ciò che ci fa piacere, ciò che vogliamo da lui.